Via Francigena in Toscana 18° raduno escursionistico FIE

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LA VIA FRANCIGENA IN TOSCANA OGGI

L’origine di questa strada si deve ai Longobardi i quali, durante il loro regno in Italia (568-774), si trovarono nella necessità di collegare due zone che facevano parte del loro territorio: la Tuscia e la Padania. La scelta era dettata da ragioni strategico-militari essendo la penisola divisa fra Bizantini e Longobardi. Questi avevano la necessità di trovare una comunicazione protetta per collegare i domini del nord con quelli del meridione. La scelta cadde sulla strada romana che collegava Lucca a Parma immettendosi nella via Emilia, attraverso l’attuale passo della Cisa. Questo tratto della fascia appenninica venne denominato Mons Longobardorum, di conseguenza la via tracciata dai Longobardi prese il nome di Strada di Monte Bardone che da Lucca si sviluppava verso sud attraversando l’Arno e proseguiva attraverso la Val d’Elsa fino a Siena per inoltrarsi nella val d’Arbia e la Val d’Orcia. Con la dominazione dei Franchi, succedutasi a quella dei Longobardi, la strada assunse grande importanza. Nel secolo IX prese il nome di Francisca o Francigena. La Via Francigena, nel corso dei secoli, fu usata dai pellegrini che dal nord Europa andavano verso Roma e poi proseguivano attraverso la Via Francigena del sud Italia fino ai porti pugliesi per imbarcarsi per Gerusalemme. Verso nord la Francigena portava invece verso Santiago di Campostela.

Chi oggi percorre la Via Francigena in Toscana, magari in più giorni, a piedi con il ritmo lento e naturale del viandante/escursionista, può scoprire itinerari ricchi di storia e tradizioni. Oggi il moderno pellegrino/escursionista può, su questa strada, incontrare grandi monumenti che ancora parlano della cultura del viaggio e del pellegrinaggio. Il nuovo viandante/escursionista può scoprire con il cammino lento del “camminare per conoscere” gioielli d’architettura nascosti tra la polvere dei secoli come pievi romaniche e longobarde, può visitare e vedere santuari e reliquie che da secoli attirano e accompagnano folle di pellegrini. Sul cammino toscano,il viandante moderno può cosi ritrovare i segni di un antica devozione “minore” determinante per capire lo spirito che animava gli antichi viandanti e pellegrini. Lungo l’itinerario si incontrano sovente antiche edicole e tabernacoli devozionali, ex voto, antiche croci di legno segnavia, cippi di pietra e altri segni leggibili dei molti cultori del “viaggio lento dell’anno Mille”. Oggi come ieri la Via Francigena attraversa l’area territoriale toscana caratterizzata da un particolare paesaggio che detiene un rilevante aspetto culturale e naturalistico. Oggi la Via Francigena, che vede la Regione Toscana capofila del progetto italiano sulla Via Francigena in Europa, permette la congiunta valorizzazione dei territori toscani e le loro caratterizzazioni ad esempio la Via Francigena e l’archeologia, la Via Francigena e la musica, La Via Francigena e l’escursionismo, la Via Francigena nelle terre del vino, la Via Francigena come inclusione sociale dei cittadini differentemente abili. Una sorta di “territorio strada”, un territorio ciò dove è possibile, attraverso il percorso e i suoi rami, incontrare continuamente la storia e la cultura, il passato e il presente insieme all’ospitalità della gente toscana con la sua ineguagliabile douceur de vivre.

LA VIA FRANCIGENA – ITINERARIO DI SIGERICO

La Via Francigena è un itinerario che appartiene alla storia, è una via maestra percorsa in passato da migliaia di pellegrini e viandanti, mercanti, eserciti, re e contadini in viaggio dall’Europa per Roma. La storia narra che l’arcivescovo di Canterbury Sigerico si recò nel 990 a Roma dal Papa Giovanni XV. Dopo aver ricevuto dal pontefice il palio, ovvero il simbolo distintivo della cattedra episcopale, iniziò il suo viaggio di ritorno verso Canterbury descrivendo, da sud verso nord, le 80 tappe o mansioni percorse per il suo ritorno in patria. Questo cammino segnò il percorso noto successivamente come Via Francigena, determinando la nascita di uno dei più importanti itinerari mondiali di pellegrinaggio. Il termine “Francigena”, cioè di “strada che origina, che viene dalla Francia” risale all’anno 876. Questa denominazione veniva usava però utilizzata a livello locale non esistendo un organismo amministrativo in grado di gestire nella sua interezza un cosi lungo tracciato. La via Francigena si affermò durante i sec. VII e VIII sui resti in alcuni tratti del grande impianto stradale romano; è stato inoltre accertato che la Francigena non fu una “sola” strada, ma un fascio di vie dai bracci paralleli, che si intersecavano con altre strade preesistenti replicando almeno in parte antichi tracciati romani ed etruschi come la Via Clodia, la consolare intermedia alla Cassia (a est) e alla Aurelia (a ovest) che attraversava la Tuscia, la Valdelsa e la media valle dell’Arno fino a Lucca. La Via Francigena ha memorie antiche e fragili.

LE VIE DEL SALE – LA SALAIOLA VOLTERRANA

Quando, milioni di anni fa il mare che lambiva le stupende colline volterrane si ritirò, lasciò a ricordo di sé un bene preziosissimo: il sale. Da subito il sale divenne una ricchezza straordinaria per Volterra. La sua importanza economica di allora può essere paragonata a quella del petrolio che oggi ben conosciamo. Per meglio controllare il sale, proteggerlo e commercializzarlo, attorno ai luoghi di estrazione , le”moje”, vennero costruiti castelli, fortificazioni e rocche che ancora oggi possiamo ammirare. Da sempre le strade assumono un ruolo fondamentale per ogni avvenimento storico e sono tuttora lo strumento tramite il quale l’uomo si sposta nello spazio. Tra i più noti itinerari dell’antichità troviamo senza dubbio la Via Francigena e le sue importanti congiunzioni commerciali e religiose, cosi come le affascinanti e antiche Vie Salaiole volterrane che univano la Via al mare alle città di Firenze e Siena.

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