Cammino di Santiago: perché è diventato importante e come funziona se vorresti realizzarlo

Oggi il Cammino di Santiago assomiglia a un rito di passaggio contemporaneo: un’esperienza che coinvolge la fede, ma che non si conclude nella ricerca di contenuti spirituali.

Chi intraprende il percorso chiamato Cammino di Santiago lo fa per sfidare sé stesso, per sentirsi parte di una comunità e per concedersi spazio e tempo per l’introspezione. Il pellegrino, storicamente, parte per salvare la propria anima. E, in un modo o nell’altro, torna diverso dalla persona che era quando è partito. Il Cammino di Santiago, il percorso intrapreso da quasi mezzo milione di persone ogni anno, è oggi così rilevante perché riesce a dare tante cose…

Il santo in un quadro di Tiepolo e un pellegrino che attraversa una campagna
Cammino di Santiago: perché è diventato importante e come funziona se vorresti realizzarlo – piediincammino.it

Il percorso sa unire fede, storia, condivisione, cultura e turismo. Già nel Medioevo questo itinerario era molto battuto: ha sempre rappresentato uno dei grandi pellegrinaggi della cristianità, insieme a Roma e Gerusalemme. Da qualche anno, però, il suo senso si è rinnovato e ampliato. I pellegrini che seguono gli itinerari segnalati che portano alla Cattedrale di Santiago de Compostela, dove si venerano le reliquie di San Giacomo, non sono per forza devoti del santo o penitenti in cerca di un miracolo. La tradizione è dunque cambiata.

Le fonti dicono che il cammino è nato nell’813, quando il vescovo Teodomiro identificò la tomba di San Giacomo il Maggiore, uno degli apostoli di Gesù. Da allora, la città galiziana che ha poi preso il nome Santiago è diventa meta di pellegrinaggio.

Il nuovo senso del Cammino di Santiago: i percorsi, le tappe e il credenziale

Dopo un periodo di declino, dagli anni ’80 del Novecento in poi, il Cammino di Santiago è tornato in auge, coinvolgendo centinaia di migliaia di pellegrini ogni anno. E questi pellegrini hanno cominciato a essere mossi da motivazioni varie. Non solo religiose, ma anche culturali, esistenziali, sociali o addirittura sportive. Nel 1993 il Cammino è stato riconosciuto come bene culturale mondiale, simbolo di scambio e incontro tra popoli.

Una tappa del cammino di Santiago e, in evidenza, la cattedrale
Il nuovo senso del Cammino di Santiago: i percorsi, le tappe e il credenziale – piediincammino.ti

Esistono diversi cammini, in realtà. Quello francese, il portoghese, il cammino del Nord, il primitivo, l’inglese e il via de la Plata. Tutti convergono a Santiago. E l’itinerario è ogni volta un’esperienza culturale e sociale, che risponde a bisogni molto diversi. C’è chi si mette in viaggio per una ricerca spirituale, chi per affrontare una lunga marcia nella natura o vedere posti nuovi.

C’è anche chi lo fa per stare con gli altri: lungo il percorso si creano legami e viene a galla un forte senso di comunità. Evidentemente, il Cammino offre molte cose interessanti. Dai paesaggi unici da poter ammirare, a vari benefici fisici e psicologici. C’è addirittura chi parla di una terapia del camminare. L’itinerario permette poi di arricchirsi culturalmente, di attraversare città, paesi e campagne e vedere monasteri e villaggi che raccontano la storia d’Europa. E poi c’è da considerare anche il senso di sfida. Si tratta infatti di portare a termine ciò che si è cominciato.

Per questo si punta al credenziale del pellegrino, un documento che si timbra in ogni tappa e che permette di ottenere la Compostela, l’attestato finale. Chi partecipa al cammino deve essere dunque allenato e deve saper scegliere il periodo migliore per muoversi. Deve procurarsi pure un equipaggiamento leggero, con zaino, scarpe comode e mantella per la pioggia. Per i pernottamenti negli albergues, cioè gli ostelli per pellegrini, è possibile anche non prenotare, ma il consiglio è quello di sapere dove fermarsi. Le tappe giornaliere devono essere ben ponderate. Di solito si cammina per più di 20 chilometri senza fermarsi.

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