La protezione civile valuta le condizioni meteo secondo una scala di quattro colori corrispondenti ad allerte: verde, gialla, arancione e rossa.
Con il verde, la gravità è nulla: il meteo è clemente o comunque gestibile. Di conseguenza non si prevede alcun tipo di rischio. E la situazione dovrebbe essere normale. Con la luce gialla si indica uno stato di criticità ordinaria. Come con la luce del semaforo, tocca far attenzione, dato che potrebbero verificarsi alcuni possibili disagi localizzati.

Arancione è la luce della criticità moderata, che implica rischi diffusi e alcune misure di prevenzione. Poi c’è la luce rossa che indica un disagio meteo più severo. In questo caso, la criticità è elevata. Per cui, la protezione civile si attiva per degli interventi mirati. E non è così raro nel nostro Paese che si attivi questo tipo di allarme. L’Italia, per conformazione geografica, esposizione e sviluppo urbanistico, è un territorio da sempre esposto a fenomeni meteo estremi.
L’allerta rossa viene comunque emessa nel momento in cui la probabilità di danni gravi, a persone, proprietà e infrastrutture, è molto alta. Di conseguenza, si tratta di un segnale di allarme che non può essere sottovalutato. In pratica, chi non prende sul serio le indicazioni offerte dalla protezione civile rischia grosso. E non si tratta solo di scontrarsi con un maltempo forte. L’effetto più atteso è quello di dover affrontare situazioni potenzialmente pericolose se non addirittura mortali.
Di norma, con l’allerta meteo rossa la protezione civile e le autorità locali, come per esempio il sindaco, diramano alcune informazioni da seguire. Il primo consiglio è quello di evitare gli spostamenti non necessari, specie in zone a rischio idrogeologico. Case, strutture pubbliche e private che insistono su aree franose, sottopassi e vicino a fiumi e torrenti possono essere evacuate. Le scuole, di norma, vengono chiuse.
Ma starsene a casa non annulla il rischio. Ci sono tre comportamenti assolutamente vietati durante un’allerta rossa che quasi tutta la popolazione ignora. Ecco quali sono e perché non conviene trasgredire a queste prescrizioni.
Allerta meteo rossa: tre divieti assoluti da rispettare al chiuso
Tra le misure di autoprotezione raccomandate dalla protezione civile durante un’allerta meteo rossa ci sono tre divieti utili a evitare rischi concreti legati ai fenomeni estremi. Il primo divieto riguarda l’uso di cantine e garage. La protezione civile mette infatti in guardia dal rischio allagamento. In caso di piogge torrenziali o esondazioni, i locali interrati sono i primi a riempirsi d’acqua.

Il pericolo reale è di rimanere bloccati. Chi scende in cantina o in garage, magari per controllare che i locali non si siano allagati, che la macchina sia al sicuro o che i beni lì stipati non si siano rovinati, potrebbe restare bloccato, senza vie di fuga.
Anche se non si esce dal proprio palazzo, durante un’allerta massima, la protezione civile invita la popolazione a non usare l’ascensore. Questo per evitare disagi legati ai blackout elettrici, che sono frequenti durante eventi estremi. Anche qui il rischio principale è di rimanere intrappolati. L’altro rischio è l’allagamento. L’acqua può infatti raggiungere i vani ascensore, rendendoli assai pericolosi.
L’altro divieto riguarda il sostare vicino alle finestre. Con l’allerta rossa, ci si rintana in casa e si guarda fuori, per capire cosa sta succedendo. Niente di più sbagliato. Vento e grandine potrebbero in qualsiasi momento infrangere i vetri. E non solo… Stando accanto alle finestre si è esposti ai colpi dovuti da cadute di rami, tegole o detriti vari, che possono rompere le vetrate e ferire o uccidere chi si trova lì vicino.





