Sfagneta di Buti

Dal 2010 Piedi in Cammino si adopera per tutelare e valorizzare alcune aree di pregio naturalistico, storico e paesaggistico del Monte Pisano. Da una collaborazione con l’Associazione Italiana Piante Carnivore (AIPC) abbiamo ritenuto indispensabile fare rete con alcune realtà locali per provvedere a presentare alla Provincia di Pisa un progetto di “riqualificazione della sfagneta di Buti” a salvaguardia della stazione di Drosera rotundifolia L. più meridionale d’Italia.

In un’area di poco meno di 1000 mq sopravvivono rare fitocenosi relittuali delle ultime glaciazioni quaternarie, che includono varie specie sfagni (Sphagnum auriculatum Schimp., S. palustre L., S. squarrosum Crome, S. subnitens Russow & Warnstorf) e Drosera rotundifolia L., piccola pianta carnivora che qui raggiunge il suo limite meridionale di distribuzione in Italia. L’eccezionalità del biotopo permette inoltre di apprezzare la coesistenza fra le specie microterme già citate e alcuni relitti terziari di stampo tropicale: è il caso della splendida felce florida (Osmunda regalis L.), entità ampiamente distribuita durante il Terziario ma la cui presenza è stata notevolmente ridimensionata dalle glaciazioni.

Posta all’interno della Riserva Naturale Provinciale “Monte Serra di Sotto” la Sfagneta di Buti rappresenta una tra le più interessanti zone umide della Toscana e dell’Italia centrale.

Oltre a Piedi in Cammino e AIPC sono partner di questo progetto l’Ecoistituto delle Cerbaie, l’Associazione Amici del Serra, e Legambiente.

Il progetto di salvaguardia si propone di:

● Organizzare interventi annuali di ripristino funzionale dell’habitat, atti a limitare la concorrenza di alcune specie infestanti (Ulex europaeus L., Erica arborea L., Pteridium aquilinum (L.) Kuhn, Campylopus introflexus (Hedw.) Brid., Rubus sp. pl.);

● Recuperare una migliore condizione delle sorgenti idriche allo scopo di favorire lo sviluppo ottimale dei relitti microtermi (Sphagnum sp. pl., Drosera rotundifolia L.);

●Ampliare lo spazio coinvolto dalla zona umida tramite interventi suddetti, anche coinvolgendo un’area esterna alla stazione;

● Creare un gruppo di studio e progettazione, coinvolgendo gli altri partner del progetto, allo scopo di individuare un percorso didattico visitabile con l’ausilio e la sorveglianza di Guide GAE delle rispettive associazioni, anche mediante la realizzazione di pannelli didattici divulgativi ed eventuali passerelle o strumenti atti a rendere più fruibile e meno invasivo il percorso.

foto e testi di Giulio Pandeli

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